Attrattività del lavoro e competitività

Le difficoltà della domanda di lavoro da parte delle imprese sono spesso riportate ad un problema di competenze mancanti da parte dell’offerta, di presunti deficit dell’istruzione scolastica, di motivazione da parte dei giovani o di cattivo orientamento. L’approccio IDEA si focalizza sull’obiettivo di aumentare la competitività macroeconomica dei contesti produttivi delle regioni italiane e formula delle proposte di intervento considerando una pluralità di fattori che interagiscono tra di loro.

Aree di ricerca 

  • Transizione demografica: Un primo fattore di carattere strutturale è costituito certamente dal quadro demografico. La transizione demografica ha portato ad un invecchiamento della forza lavoro e sempre più ad una vera e propria mancanza di offerta. Cosa ci dicono le previsioni demografiche? Come sarà composta l’offerta di lavoro nelle diverse regioni nei prossimi 10 e 20 anni se per ipotesi si arrestasse la cosiddetta fuga di giovani? E come sarebbe composto se non vi fossero più fenomeni di immigrazione da altre regioni e altre nazioni? 
  • Competitività settoriale della domanda: Il secondo fattore è costituito dal ciclo economico della domanda. Sembra emergere talvolta una confusione di piani per cui i gap competitivi della domanda vengono ricondotti alle caratteristiche dell’offerta. Per uscire da questo corto circuito è fondamentale comprendere gli effetti che si producono sui caratteri qualitativi e quantitativi dell’occupazione nelle diverse regioni in virtù della loro diversa composizione settoriale e dei differenziali di competitività dei settori. Ma non solo: è anche necessario capire come stimolare dei cambiamenti nella qualità della domanda e una maggiore capacità di generare valore aggiunto. 
  • Tecnologia e lavoro: Un terzo fattore riguarda i macro trend tecnologici. Automazione, informatizzazione e digitalizzazione influiscono sulla modalità di produzione del valore modificando anche il modo, i tempi e i luoghi in cui svolgiamo le nostre azioni di cittadini e consumatori. Riflettere su questo punto aiuta ad uscire dalla dimensione evocativa di alcuni fenomeni (spesso oggetto di profezie catastrofiche) e considerarli quali componenti che intervengono nei flussi evolutivi del mercato del lavoro. 
  • Istruzione: Un quarto fattore significativo è l’istruzione. Va superata l’idea che intervenendo sull’istruzione si possano risolvere esigenze contingenti della domanda. E’ importante invece comprendere come i cambiamenti nei fattori sopra richiamati informano anche l’istruzione, a partire da quella terziaria. Spesso, infatti, l’Italia viene chiamata in causa per una supposta arretratezza sul piano dell’istruzione terziaria rispetto ad altre nazioni. E’ davvero corretta la lettura di questo asserito divario? Vi è un rischio insito nell’idea che le sfide tecnologiche e l’innovazione per essere affrontate efficacemente richiedano un allungamento del percorso di istruzione: quello di confondere la lunghezza dei percorsi di istruzione terziaria (laurea triennale, laurea specialistica, master e dottorati) con una maggiore chance di soddisfacente collocamento professionale.  
  • Regolazione e mercato: Il quinto fattore – non meno importante dei precedenti – che deve essere preso in considerazione è quello relativo alle modifiche del quadro normativo e regolativo. Negli anni recenti si è assistito a importanti cambiamenti riguardanti sia la disciplina del lavoro (lavoro a tempo determinato, voucher, ecc.) che le politiche sociali (reddito di cittadinanza, assegno unico) e previdenziali (riforma pensioni, opzione donna, trattamento dei lavori stagionali). Oltre agli interventi introdotti per fronteggiare l’emergenza covid, vanno esaminate le conseguenze delle misure di regolazione del lavoro soprattutto nei loro effetti inattesi sul comportamento degli attori, prestatori e datori, e le ripercussioni che questi mutamenti hanno poi avuto a livello aggregato sul mercato del lavoro. 
  • Rappresentazioni, aspirazioni e preferenze: Tutti questi fattori vanno considerati senza escludere che vi possano essere in corso cambiamenti in termini di prospettive e attese rispetto al lavoro. Quali sono i criteri attraverso i quali si preferisce un lavoro ad un altro? Come si declina il concetto di stabilità del lavoro dipendente? Per comprendere i mutamenti nell’offerta di lavoro è necessario comporre un quadro conoscitivo delle motivazioni e aspettative sul lavoro e del peso attribuito ai vari elementi che incidono sulla preferenza tra differenti occupazioni nelle diverse classi di età e profili sociodemografici. 

Attività di ricerca-intervento 

IDEA è impegnata nello studio delle condizioni che concorrono ad un efficiente inclusione del capitale umano nel tessuto produttivo. Inoltre IDEA opera per l’individuazione di elementi e metodiche che consentano di rispondere efficacemente ai bisogni di conciliazione tra i diversi piani su cui si sviluppa le vita dei lavoratori e che incidono sui sistemi di preferenze circa le scelte professionali. Il programma di ricerca-intervento comprende iniziative e progetti, realizzati insieme con le istituzioni e gli stakeholder dei territori, per:  

  • Policy per le aziende per la composizione di una offerta occupazionale attraente e fidelizzante del lavoratore; 
  • Policy per l’intermediazione di figure con elevati livelli di istruzione e in condizione di mismatch; 
  • Policy per la definizione di interventi di professionalizzazione di figure che sperimentano situazioni di sovraistruzione formale rispetto alla domanda. 
  • Policy territoriali per il lavoro che puntino ad aumentare l’attrattività delle economie locali nei confronti di lavoratori e imprese. 
  • Implementazione e sviluppo di specifici progetti di ricerca e di osservatorio permanente. 
  • Produzione di dati e scenari finalizzati a comprendere l’andamento economico di settori e territori. 

Spunti di approfondimento e riflessione 

(2020), (a cura di) Position Paper. Per una nuova stagione di sviluppo: 15 Linee di intervento per il Veneto. White Paper, Confartigianato Imprese Veneto, Mestre

Maset S. (2018), (a cura di) Tessendo il futuro. Nuove relazioni per la città di Vittorio Veneto. Post Editori, Padova

Maset S. (2018), La politica di ibridazione: family e giovani, in Malfer L., Siniscalchi E. (a cura di), Atti del Festival della famiglia 2017, Provincia Autonoma di Trento, Trento

Maset S. (2017), Il futuro dei giovani trentini. Competenze, rete e partecipazione. Provincia Autonoma di Trento, Trento

Feltrin P., Maset S., Zanta M., (2014), La sfida della modernità negli ambienti alpini, Il Poligrafo, Padova

Maset S. (2014), Opportunità e resistenze nei nuovi contesti economici e produttivi, in Quaderni della Fondazione Francesco Fabbri, 2

Feltrin P., Maset S. (2012), Le onde lunghe dello sviluppo territoriale del Nord, in Perulli P. (a cura di), Nord. Una città-regione globale, Il Mulino, Bologna

Maset S., Polesana M. (2011), La professione dell’ingegnere nella provincia di Treviso, Rapporto annuale sul mercato del lavoro 2010, Osservatorio Economico e Sociale di Treviso

Feltrin P., Maset S., Dalla Torre R. (2010), Crescita demografica e sviluppo infrastrutturale nel sistema metropolitano del Nord, Economia e Società Regionale, 109 (1)

Feltrin P., Maset S., Valentini M., Dalla Torre R. (2010), Crescita economica, infrastrutture e mobilità: la scala sovraregionale e quella infraregionale, in Perulli P. (a cura di), Nord regione globale. Il Veneto, Bruno Mondadori, Milano